Energy Drinks, fanno bene? O meglio evitarli?

Bentrovate bloggerine! Oggi parliamo di Energy Drinks, ovvero bevande energetiche e in particolare di quelle di nuova generazione.

È un argomento che ho approfondito nella mia tesi di Laurea, quindi se avete necessità di approfondire l’argomento, contattemi qui!

Buona lettura!

Energy Drinks, fanno bene? O meglio evitarli?

Gli Energy Drinks

Sono bevande analcoliche contenenti sostanze “funzionali”, in grado cioè di determinare un miglioramento delle performance fisiche. Sostanze come, ad esempio, caffeina, taurina, carnitina, per lo più di derivazione sintetica.

Negli ultimi anni, però, hanno subito dei cambiamenti nella loro composizione grazie all’inserimento nella formulazione di estratti vegetali, delineando una vera e propria inversione di tendenza. Tale scelta probabilmente è dettata sia dalla volontà di riappropriarsi di un prodotto salutistico ed ergogenico, sia di ampliare il raggio di azione sfruttando la sinergia dei fitocomplessi.

Di massima, gli effetti positivi riportati sono:

  • miglioramento della prestazione fisica e mentale;
  • potenziamento della concentrazione e della capacità di reazione;
  • incremento della soglia di attenzione;
  • stimolazione del metabolismo;
  • aumentata sensazione di benessere.

Gli energy drinks hanno dimostrato di apportare un miglioramento della performance su test anaerobici, cioè sforzi molto impegnativi, ripetuti, ma di breve durata. Ma anche miglioramenti significativi nelle prestazioni mentali, inclusi la scelta del tempo di reazione, la concentrazione e la memoria che riflette una maggiore attenzione soggettiva.

Estratti vegetali

Gli estratti vegetali presenti negli energy drinks di nuova generazione sono principalmente di due tipi:

  1. droghe caffeiche (*1), come Caffè, Guaranà, Tè verde, Maté;
  2. droghe adattogene (*2), come la Rodiola e il Ginseng.

Energy Drinks, fanno bene? O meglio evitarli?

I principi attivi presenti negli estratti vegetali sono prevalentemente alcaloidi purinici. Nello specifico xantine, liberate, di solito, in seguito a tostatura o essicazione, sostanze fenoliche e polifenoliche. Come acido clorogenico, catechine e tannini, aminoacidi come L-teanina, saponine triterpeniche come acido ursolico e i ginsenosidi, glicosidi, come salidroside e rosavina.

Energy Drinks, fanno bene? O meglio evitarli?

Principio attivo
Famiglia delle sostanze
organiche naturali
Estratto vegetale
Caffeina Alcaloide purinico (xantina) Caffè, tè verde, guaranà, maté
Acido clorogenico Fenolo Caffè e matè
Catechine Polifenoli Tè verde
Tannini Polifenoli Caffè, matè e guaranà
L-teanina Amminoacido Tè verde
Acido ursolico Glicosidi triterpenici (saponine) Matè
Ginsenosidi Glicosidi triterpenici (saponine) Ginseng
Salidroside Glucoside del tirosolo rodiola
Rosavina Glicoside fenilpropanico rodiola

La caffeina

Assorbita al 99% entro un’ora a livello intestinale, entra in circolazione dopo 30 minuti dall’assunzione, e raggiunge il suo picco massimo entro 2 ore. Ha un’emivita di 3-6 ore nei soggetti adulti ed è eliminata tramite urine, in cui è possibile rintracciarla nella misura del 3-10% della quantità ingerita. Tale metabolismo è molto più lento nei bambini e nelle donne in stato di gravidanza, che ne subiscono effetti molto più forti e duraturi.

Principalmente la caffeina:

  • per l’effetto sul sistema nervoso è classificata come blando psicostimolante che induce un miglioramento dello stato di allerta, un aumento delle catecolammine e β – endorfine, che comporta aumento della soglia del dolore e diminuzione del senso di fatica;
  • può essere associata, per l’effetto sull’apparato cardiovascolare, a delle patologie che colpiscono l’apparato, come ad esempio, un aumento della pressione arteriosa e un aumento del colesterolo;
  • la caffeina aumenta, per l’effetto sul sistema gastrointestinale, la produzione di acido cloridrico e pepsina nello stomaco, aumenta il rilascio di acidi biliari nell’intestino tenue favorendo la digestione;
  • è considerata, per l’effetto sul metabolismo, un ottimo termogenico che associato alla capacità di stimolare e migliorare il lavoro fisico, può contribuire al mantenimento del peso corporeo.
La guaranina

C’è da segnalare che per la guaranina, o caffeina del guaranà, la farmacocinetica è diversa rispetto a quella della caffeina del caffè o pura. Il guaranà, infatti, contiene un’alta frazione lipidica ed è ricco di composti fenolici come le procianidine oligomeriche che rallentano l’assorbimento dell’alcaloide, che avviene così in maniera più graduale.

La sua efficacia biologica si manifesta dopo 45 minuti dall’assunzione e ha un’emivita di 6 ore circa, pertanto gli effetti sono prolungati, motivo per cui spesso viene preferita alla caffeina proveniente da altre fonti.

Energy Drinks, fanno bene? O meglio evitarli?

L’attività antiossidante

Novità delle bevande di nuova generazione, è svolta simultaneamente da composti fenolici e polifenolici presente nei vari estratti, come acido clorogenico, catechine e tannini. Tali composti hanno sia un’azione di radical scavenger (*3) che di chain – breaker (*4) sui radicali liberi.

L’uso degli estratti vegetali

Fa sì che diminuiscano gli effetti collaterali legati alle sostanze psicostimolanti, grazie al loro diverso assorbimento, che comporta un effetto più stabile e duraturo nel tempo, e grazie alla presenza di molecole in grado di attenuarne l’attività biologica.

Tutto ciò si traduce in una diminuzione di assunzioni multiple dell’energy drink, sfavorendone l’abuso.

Inoltre questa nuova generazione di energy drinks, grazie all’uso degli estratti vegetali, si è arricchita nelle formulazioni di numerose molecole antiossidanti. Forniscono un aspetto più salutistico alla bevanda, ponendo l’attenzione su ambiti che esulano dalla semplice stimolazione cognitiva e mnemonica.

Sostanze biologicamente attive

Migliorare il prodotto, e conferirgli una connotazione salutistica, non vuol dire averlo reso innocuo e fruibile da chiunque. Inserire estratti vegetali all’interno di una formulazione, significa essere consapevoli di usare un fitocomplesso, cioè un insieme di sostanze biologicamente attive che possono provocare reazioni fisiologiche di notevole importanza ed interferire con i medicinali eventualmente in uso.

Energy Drinks, fanno bene? O meglio evitarli?

Scoraggiare l’abuso di Energy Drinks

Gli energy drinks di nuova generazione, a mio avviso, rimangono bevande di cui deve essere scoraggiato l’abuso da parte di tutti i consumatori. In più, non sono somministrabili a bambini, donne in gravidanza e allattamento e a soggetti con patologie.

E’ inoltre fortemente sconsigliata la combinazione con l’alcool, dal momento che i benefici indotti dalle piante non riguardano la riduzione degli effetti dell’alcool stesso.

Nonostante il Dipartimento della Gioventù e il Ministero della Salute abbiano avviato, nei limiti della loro competenza, delle linee guida in merito alle bevande energetiche, sarebbe opportuno, visto l’impatto commerciale e sociale, soprattutto su fasce di età giovani, che vengano condotti studi più approfonditi. Anche su soggetti umani, sugli effetti di un simile prodotto somministrato nella sua integrità visto che la quasi totalità degli studi disponibili si sono concentrati sul singolo principio attivo. Ciò garantirebbe una maggiore chiarezza sugli effetti e sulla quantità d’uso, permettendo un’informazione corretta ed omogenea, anche finalizzata a contrastare la convinzione che gli energy drinks  che utilizzano gli estratti vegetali, siano innocui e benefici, in quanto naturali.

Energy Drinks, fanno bene? O meglio evitarli?

 

Nel frattempo, a mio avviso, la parola d’ordine può essere solo moderazione, ai fini di usufruire degli effetti positivi che vantano, scongiurando quelli negativi che potrebbero sopraggiungere con un eventuale uso indiscriminato.

Voi cosa ne pensate?

A presto

Articolo scritto dalla Dott.ssa Ambra Centra

Note

*1 – Droghe caffeiche: contenenti caffeina, stimolante del sistema nervoso centrale.

*2 – Droga adattogena: bioregolatore funzionale naturale che aumenta le capacità di adattamento dell’organismo nei confronti dei fattori ambientali prevenendo i danni che questi possono causare.

*3 – Radical Scavenger: bloccano la propagazione delle reazioni ossidative, agendo da agenti chelanti dei metalli.

*4 – Chain-breaker: riparano il danno e ricostruiscono la membrana. Agiscono da inattivatori di radicali liberi donando idrogeno o trasferendo un singolo elettrone alle specie radicaliche. Tali composti sono in grado di fornire ai radicali liberi gli 8 elettroni di cui sono privi, ripristinando così l’equilibrio chimico del sistema in cui agiscono.


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