Polonia, mon amour! —Il Bio in Viaggio

 

Polonia, mon amour!

Non ho mai considerato l’idea di un viaggio in Polonia perché credevo fosse un luogo triste e soprattutto perché ho sempre pensato che, nei confronti di quei luoghi, l’umanità tutta avesse un debito. Quando decisi di fare il mio primo vero viaggio a tappe non l’avevo nemmeno presa in considerazione: fu il mio compagno a proporla. A giugno eravamo stati una settimana a Berlino e di solito ci concediamo sempre una gita fuori porta, per vedere qualcosa di completamente diverso… E, se è possibile, cerchiamo di sconfinare in un altro paese, in un’altra realtà. Così siamo finiti a Stettino, città del nord della Polonia. É stata una giornata particolare, alla rincorsa di treni e alla scoperta di una piccola cittadina, decisamente dall’aspetto ex sovietico, che, per quanto piccola, ha una rete di collegamenti invidiabile, un porto, tanto movimento.

Da lì è nata la curiosità di vedere altro della Polonia, per cui ci siamo organizzati per visitare quanto più ci era possibile e abbiamo fatto il nostro primo vero viaggio a tappe.

Avete mai fatto un viaggio così? No? 

Ve lo consiglio. Intanto, paradossalmente, la vacanza sembra più lunga: tanti i luoghi visitati, tantissime le emozioni, diverse partenze e arrivi. Poi, questa tipologia di viaggio ti permette di vedere diversi aspetti di una stessa nazione: del resto, chi venisse in Italia e visitasse Milano, Venezia, Roma o Firenze, non ne coglierebbe le infinite differenze?

La prima città è stata Cracovia, la patria di Papa Wojtila. Sue effigi ovunque, una città bellissima, curata. Ho voluto partire da qui perché sapevo che sarebbe stata la tappa più faticosa, nella quale avevo previsto anche due escursioni fuori città. Premetto che in vacanza spesso mi prefiggo dei tour de force che non sono facilissimi da sostenere: sono partita quindi da quello che sapevo mi avrebbe provata di più nel cuore e nelle gambe!

La prima escursione è stata alle miniere di Wieliczka: se soffrite eccessivamente di claustrofobia forse non è consigliabile, ma vi assicuro che pochi sono i percorsi stretti: per lo più sembra di essere in gallerie, sì, ma non basse o con strettoie. Si scendono oltre 800 gradini prima di arrivare (e non si è che solo al terzo livello sugli otto di profondità della miniera!), ma ne valgono assolutamente la pena: il percorso vi porterà a vedere laghi, saloni, chiese, in pratica un intero mondo sotterraneo fatto tutto di sale. Se ne avete il coraggio (!) potete leccare le pareti, il pavimento: tutto è sale!!! Ma che meraviglie hanno saputo creare questi minatori?! Una temperatura costante di 21 gradi e l’assenza totale di umidità vi farà respirare a pieni polmoni aria sana, sanissima. Tanto è sana che lì si vanno perfino a fare cure termali… Ma non è la cosa più strana che viene fatta in queste miniere: vi si celebrano matrimoni, si fanno concerti…

Qui ho anche iniziato i miei acquisti beauty: nel negozio più profondo della miniera, insieme a oggetti di ogni tipo, vengono venduti dei sali fatti appunto col sale della miniera. Solo lì li vendono di un certo tipo e io ne ho fatto scorta! Li ho presi per il pediluvio e sono semplicemente eccezionali: profumatissimi, rendono i piedi ultra morbidi. Certo, continuare a fare chilometri con anche due chili di sale non è stato facile, ma ne è valsa la pena.

Il giorno successivo abbiamo fatto la visita più impegnativa dell’intero viaggio, siamo stati ad Auschwitz e Birkenau. Di questo non racconto nulla, nel senso che credo sia una visita necessaria per capire fino in fondo cosa sia stato l’Olocausto… Posso dire solo che è impegnativa fisicamente e psicologicamente e che credo ci si debba sentire pronti dentro prima di affrontarla…

E poi… Poi c’è stata Cracovia.

Sulle prime non mi rendevo conto di cosa esattamente mi facesse strano… Poi l’ho capito. Tutto è pulito, perfetto. Non ci sono rifiuti né cicche per terra, la città è pulita, ordinata ed è una delle caratteristiche che mi hanno fatto amare questi luoghi, ti senti sempre a tuo agio.  E poi… Bioprofumerie in ogni dove! Sia come piccoli supermercati (HEBE, ad esempio), sia come negozi con prodotti per ogni tasca (Pigment, da non perdere). Eh già, ho dimenticato di dire che la Polonia è patria di un sacco di brand: Alkemie, Resibo, Vianek, Nacomi, Sylveco, Yope… Chi più ne ha più ne metta. I prezzi sono oltre che dimezzati: comprare in Polonia conviene tantissimo! Io ho comprato tanto, è vero, ma ho risparmiato ancora di più…

Se pensate che spostarsi da una città all’altra all’estero coi mezzi pubblici sia difficile, ricredetevi.
Spesso ci sono mezzi di collegamento non solo ottimi, ma i più disparati: consiglio assolutamente la gita a Bratislava da Vienna o viceversa passando sul Danubio, stupendo! Purtroppo non sempre si può viaggiare via fiume (!) e io, tra autobus e treno, ho una predilezione per il treno, anche perché ormai quasi tutti ti fanno prenotare il posto a sedere e non ci sono problemi di non trovare posto all’ultimo.
Inoltre le politiche sul trasporto molto spesso all’estero sono più convenienti: in Germania con un solo biglietto si viaggia in 5 (!), in Polonia pagando un biglietto abbiamo viaggiato in due.
Da Cracovia ci siamo spostati verso la nostra tappa più rilassante e al tempo stesso più “creativa”, Breslavia (Wroclaw).
Sono stata spesso presa in giro perché amo i film poco noti, magari sottotitolati, magari di un paese dell’est e magari con titoli assurdi….vado in Polonia, scusate ma mi faccio scappare il festival del film di Breslavia? Non credo proprio… e son partita da casa con già i biglietti in tasca e le proiezioni prenotate (in lingua originale con i sottotitoli in inglese), tutto molto easy.
Il festival si chiama New Horizons ( http://www.eranowehoryzonty.pl/index.do) e riempie la città di iniziative.
Ma la città, credetemi, non ne ha bisogno, sembra di stare in una bomboniera.
E’…è bellissima. Di Breslavia, lo confesso, mi sono proprio innamorata.
Piazze deliziose, casette colorate di tutti i colori. Ci sono anche gli gnomi dappertutto (la caccia allo gnomo è lo sport preferito dei turisti)! E’ come stare in una fiaba. La città in realtà è un insieme di isole che si trovano nel fiume Oder, per loro è la Venezia del nord, diciamo che ha decisamente meno canali 😀 assolutamente da visitare l’isola che è il centro abitato più antico della città, lì al mattino e al crepuscolo c’è ancora un incaricato di accendere e spegnere manualmente le luci ad olio per le strade…
Breslavia è ricca di tante bioprofumerie al pari di Cracovia.
Qui ho fatto il colpaccio di mandarmi a casa quello che avevo fino a quel momento acquistato, un bel pacco di 5 Kg con i sali e tutti i prodotti che fino a quel momento avevo preso: viaggio leggera e so che i miei prodotti arrivano a casa sani e salvi, cosa volere di più?
L’ultima tappa del viaggio, l’ho sempre raggiunta in treno, Varsavia.
Varsavia è la capitale della Polonia ed è una delle città del mondo che più di tutte ha vissuto sulla sua pelle la Seconda Guerra Mondiale, tanto che venne distrutta quasi completamente. Il centro storico è stato ricostruito pezzo pezzo come era, ma si vede che è una città che ha subito tante trasformazioni, grandissime strade la attraversano e si incrociano, tante corsie: le macchine, gli autobus, i tram…grande strade nelle quali è facile immaginare il passaggio dei carri armati, prima, e delle parate comuniste, poi.
Però Varsavia è una città molto viva e…musicale. La patria di Chopin. Un modernissimo museo interattivo racconta la sua musica, la sua storia, nei parchi si tengono ogni settimana concerti gratuiti. Tutto “suona”! e poi è la città di Copernico… ed è anche la città che più di tutte in Polonia offre una gamma variegata ed enorme di ristoranti.
L’ho già detto che in Polonia si mangia bene? Anzi benissimo? e che è una meta low cost su tutti i punti di vista, primo fra tutti per il beauty bio?
Sono tornata a casa con la consapevolezza nel cuore che in Polonia tornerò presto, voi cosa aspettate?

Articolo scritto da Chiara White

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